BUSINESS E FEDE (agosto 18, 2017)
Dicembre 9th, 2019La politica è come il calcio. Se sei un praticante, è un business. Se sei uno spettatore, è fede.
Niente razionalità, niente moralità.
La politica è come il calcio. Se sei un praticante, è un business. Se sei uno spettatore, è fede.
Niente razionalità, niente moralità.
Quelli che predicano l’ascolto dei bisogni degli adolescenti, diventano subito sordi se si parla di sesso.
I minorenni possono scegliere con che genitore stare, come vestirsi, chi frequentare, se andare a scuola o no, a che ora rientrare dalla discoteca. Ma non possono scegliere di fare l’amore con un maggiorenne. In questo caso, il minore è giudicato incapace di una libera scelta.
Odiano gli scafisti, ma adorano i migranti (che, senza gli scafisti, dovrebbero venire a nuoto).
Odiano gli spacciatori di droga, ma simpatizzano coi consumatori (che, senza i primi, arriverebbero a iniettarsi maionese e fumare carbone).
Odiano i clienti di chi si prostituisce, ma solidarizzano con chi noleggia il corpo (un noleggio non peggiore di quello dell’anima).
Odiano i distributori di slot machines, ma considerano “vittime” i giocatori che li finanziano.
Odiano il velo islamico, ma osannano il topless e tutto l’abbigliamento che segnala l’appartenenza all’ideologia capitalista.
Odiano i crimini contro l’umanità, fuorchè quelli commessi da Usa, Gran Bretagna, Francia, Israele ed eventuali altri alleati.
Odiano il sessismo che offende le donne, ma adorano quello che offende gli uomini (alla festa della donna…..tutte a godersi uno strip maschile!).
Odiano il fumo delle sigarette, ma plaudono alle ciminiere industriali, perchè “danno lavoro”.
Odiano la pornografia, ma incensano le pornostar (maschi e femmine).
Per secoli la Chiesa cattolica ha messo al centro l’etica del sacrificio per la conquista dell’aldilà.
Oggi ci pensa la dea Salute a sostenere l’etica del sacrificio per la conquista dell’immortalità.
Fra tv, internet, cartelloni stadali, volantini, non è esagerato stimare in un centinaio al giorno il numero dei messaggi pubblicitari cui siamo sottoposti. I bambini, nel decennio che va dai tre ai tredici anni, vengono bombardati da 300-400.000 messaggi. I giovani che arrivano ai 23 anni hanno subìto 600-800.000 messaggi. E non si tratta solo di messaggi puramente promozionali: insegnano come vestirsi, come comportarsi, come gestire relazioni, come mangiare, come passare il tempo libero, quali valori sono importanti e quali no.
L’economia italiana si è messa in moto…..
Peccato! Prima andava in auto.
Quelli che non ti salutano mai per primi.
Quelli che “non ti fai mai vivo!” ma non ti chiamano mai.
Quelli che alle tue mail si guardano bene dal rispondere.
Quelli che ti danno consigli non rischiesti su tutto.
Quelli che “ho molto da fare”, come se tu fossi un pensionato.
Quelli che ti chiamano a mezzanotte e ti chiedono se dormivi.
Quelli che ti seppelliscono coi loro problemi ma se ne fregano dei tuoi.
Quelli che entrano nella stanza e ti chiedono “c’è nessuno?”.
Quelli che ti vedono volentieri, ma solo se vai a casa loro.
Quelli che ti frequentano da 30 anni ma non non ti hanno mai chiesto che lavoro fai.
I bambini non possono essere ripresi in tv, nei servizi di cronaca.
I bambini non possono lavorare nella bottega del papà.
I bambini possono essere sfruttati nelle pubblicità o negli show demenziali della sera.