MISTERI CRIMINALI D’ITALIA gennaio 23, 2019
venerdì, Gennaio 15th, 2021
Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.
Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio;
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.
Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell’aitante volto,
voglio mangiare l’ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come una pIuma nella solitudine di Quitratue.
Pablo Neruda da Cento sonetti (1924)
Oggi non si muore più di fame, in Italia. Si muore di insignificanza e svalorizzazione.
L’assassino condannato non ha avuto nemmeno il coraggio di guardare negli occhi il parente della vittima.
L’assassino condannato ha avuto anche il coraggio di guardare negli occhi il parente della vittima, come per sfidarlo.
L’assassino condannato non ha nemmeno chiesto scusa ai parenti della vittima.
L’assassino condannato ha chiesto scusa ai parenti della vittima: una vera provocazione.
Ormai sei mia. Riposa col tuo sonno nel mio sonno.
Amore, dolore, affanni, ora devono dormire.
Gira la notte sulle sue ruote invisibili
e presso me sei pura come ambra addormentata.
Nessuna, più, amore, dormirà con i miei sogni.
Andrai, andremo insieme per le acque del tempo.
nessuna viaggerà per l’ombra con me,
solotu, sempre viva, sempre sole, sempre luna.
Già le tue mani aprirono i pugni delicati
e lasciarono cadere dolci segni senza rotta,
i tuoi occhi si chiusero come due ali grige,
mentr’io seguo l’acqua che porti e che mi porta:
la notte, il mondo, il vento dipanano il loro destino,
e senza te ormai non sono che il tuo sogno.
Pablo Neruda da Cento sonetti (1924)
Non sopporto:
Non sopporto:
Solo i poveri di spirito seguono le tradizioni. Gli altri, le creano.