STABILITA’ (novembre 6, 2017)
venerdì, Dicembre 27th, 2019Il regime odierno chiama stabilità quello che una volta si chiamava conservazione.
Il regime odierno chiama stabilità quello che una volta si chiamava conservazione.
La legalità è ciò che il regime al potere definisce legale.
Anche perchè, se qualcosa di illegale gli serve, la rende legale.
E se qualcosa di legale non gli piace, la rende illegale.
La giustizia non entra nell’orizzonte del potere.
Alcuni amici mi dicono che i miei post sono aggressivi e pessimistici.
Col dovuto rispetto, rispondo: “Se volete qualcosa di tenero e ottimista, comprate un cane o andate a Lourdes”
Un criminale, armato fino ai denti, uccide 60 persone a Las Vegas. Non fanno una legge per il controllo delle armi, fanno una fiaccolata.
Un criminale uccide la sua fidanzata, dopo averla pestata e perseguitata per anni. Non facciamo una legge seria anti-stalking e anti-femminicidio, facciamo una fiaccolata.
Un criminale ubriaco uccide con l’auto due pedoni. Non facciamo una legge seria sul traffico, facciamo una fiaccolata.
Non mi importa granchè vedere il tramonto degli stati nazionali: non sono altro che morti che camminano. La abolizione dei confini, la cessione di sovranità, la dematerializzazione e la globalizzazione dei mercati, la progressiva prevalenza dell’astensionismo, hanno da tempo decretato la fine degli stati nazionali, destinati ad essere inglobati in imperi e sottomessi al vassallaggio delle multinazionali.
Mi preoccupa solo sapere cosa dirò, in paradiso, ai milioni di morti e mutilati che sono stati macellati sull’altare del “sacro suolo” e della “madre patria”.
Se non è pagato, non è lavoro.
Se lo può fare anche una macchina, non è lavoro.
Se lo può fare chiunque, non è lavoro.
Se è in nero, precario, stagionale e non è pagato il doppio, non è lavoro.
Se è pericoloso, usurante o sporco e non è pagato il doppio, non è lavoro.
Se non offre alcuna prospettiva di carriera o sviluppo, non è lavoro.
Se non hai faticato per impararlo, non è lavoro.
Se per farlo devi prostituirti, non è lavoro.
Se non ti garantisce la malattia, la maternità, il riposo, non è lavoro.
Se devi farti raccomandare, non è lavoro.
Se ti chiedono da fare qualcosa di illegale, non è lavoro.
Se nessuno distingue quello che fai tu da quello che fa il tuo vicino, non è lavoro.
“Va bene qualsiasi lavoro…..” è servitù.
Chi lavora in servitù gran parte del giorno e della vita, non è libero quando non lavora, quando ama, quando vota.