FUTURO (agosto 8, 2011)
lunedì, Luglio 24th, 2017Futuro è la parola chiave dello sviluppo. Ma il futuro muore, se non c’è libertà.
Futuro è la parola chiave dello sviluppo. Ma il futuro muore, se non c’è libertà.
Se tutto è regolato, tutto è prevedibile, cioè tutto è morto. Non c’è futuro.
Avete passato anni a educare i vostri figli a "essere come gli altri". Non potete stupirvi se, ora che sono adolescenti, non sanno dire no alle droghe, all’alcol o al gioco. Vi diranno che fanno come tutti i loro amici !
Se lo fanno tutti, non è buono.
“L’inferno sono gli altri.” (da A Porte Chiuse, J.P.Sartre).
Gli altri sono in me. Quindi l’inferno sono io.
“Organizzazione democratica” è un ossimoro. Tutto ciò che è organizzato è oligarchico.
La democrazia si fonda sull’erotizzazione del diverso.
La legalità sull’erotizzazione della maggioranza.
La non violenza sull’erotizzazione dell’Io.
Le uniformi militari non sono altro che vessilli colorati della morte.
Il passato in positivo è dei nostalgici, il passato in negativo è degli ingrati. Il futuro in positivo è degli ingenui, il futuro in negativo è dei millenaristi. Passato e futuro sono dimensioni fuzzy, chiaroscurali e nebbiose. Sono il racconto della memoria e della speranza: due livelli emozionali influenzati dal soggetto cioè dalla forma caleidoscopica (cioè mutante) che esso prende “qui ed ora”.
Per alcuni (è la nevrosi?) il passato determina presente e futuro. Il ricordo, le esperienze, le emozioni provate strutturano un insieme di modelli di risposta, di copioni da recitare a ripetizione, all’infinito, oggi e fino alla morte.
Per altri (è l’ossessione maniacale?) è il futuro a determinare presente e passato. La speranza di un Paradiso o la paura della morte influenzano lo stato d’animo di oggi e questo altera il nostro racconto del passato. La capacità di vedere il futuro come crocevia di molte strade e il passato come groviglio da dipanare è la capacità di accettare l’incerto, l’indeterminato e dunque la responsabilità soggettiva.
Il soggetto non racconta un passato oggettivo né attende un futuro ineluttabile, ma fluttuando nel tempo è il ragno impigliato nella tela che costruisce.
La natura dell’Uomo è la parzialità. La totalità è la sua radice (la gestazione) e la sua meta (la morte). Il percorso intermedio è una continua ricerca e sperimentazione di totalità, che, se si ferma, anticipa la morte. Coppia, famiglia, gruppo, Stato, sono sperimentazioni della totalità da superare e ricreare continuamente: la loro stabilità e continuità sono difese contro la libertà e la crescita (le ansie persecutorie e depressive di E.Jacques).