DIARIO

La politica è come il calcio. Se sei un praticante, è un business. Se sei uno spettatore, è fede.
Niente razionalità, niente moralità.

L’economia italiana si è messa in moto…..
Peccato! Prima andava in auto.

Respiriamo aria tossica. Beviamo acqua inquinata. Mangiamo verdura avvelenata, carne agli ormoni e pesce al mercurio. Viviamo in costante stato di stress, allentato solo dall’ iper-consumo di farmaci. Ma la vera mortale minaccia alla nostra e altrui salute…… è la sigaretta.

La polizia di Stato non si accorge che a Bari prospera un giro di prostitute/i intorno ai 10 anni.
La polizia municipale non interviene se crescono quartieri abusivi sotto gli occhi di tutti; o se interi quartieri vivono sommersi dalla spazzatura e dai topi.
La polizia finanziaria ci mette vent’anni a scoprire che quasi tutti gli appalti sono truccati.
La polizia sanitaria non controlla l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, delle verdure e della carne.
La polizia ferroviaria sta a guardare treni e stazioni trasformati in tunnel dell’orrore.

In compenso, se parcheggi dove non dovresti o se fumi nella tua macchina, alla presenza di tuo figlio, e magari col finestrino aperto, la punizione poliziesca arriva implacabile.

A cosa ti serve la libertà di parola se nessuno ti ascolta?

La Commissione bioetica è composta da medici e scienziati. Dopo tutto il giusto criticare l’abdicazione della politica di fronte all’economia, si ritorna alla tecnocrazia, cioè alla sottomissione della politica alla scienza. Non era l’etica uno dei problemi tipici di competenza della sovranità popolare?

L’Italia è un carcere a cielo aperto, attraversato da continue rivolte e ribellioni che non producono mai alcun cambiamento.

L’aquila è stato il simbolo dell’impero romano, dell’impero napoleonico, dell’impero asburgico, dell’impero nazista.
Ora è il simbolo dell’impero americano.

Pensare che la politica sia governare è un’idea per maniaci delle poltrone.

No all’inglese nei prodotti, nei media, nei contratti
No al computerese
No alle indagini, ai sondaggi alle interviste non pagati
No alla cooperazione gratuita sui social networks
No alle marche
No ai call centers
No ai contratti in corpo microscopico
No ai rendiconti bancari, le bollette, le istruzioni per l’uso illeggibili
No alle code
No alle risposte “io non c’entro”
No a “le mando una visita a spiegarle i nostri prodotti”
No ai form che chiedono anche l’analisi del sangue
No ai siti che prima ancora di presentarsi chiedono di iscriversi
No alla beneficienza che va in tasca agli intermediari