Guerre, migrazioni e sviluppo occidentale |
Dal '600 al '900 l'enorme sviluppo economico dell'Occidente è
stato favorito dalle macchine, ma si è basato sulla violenza
dello schiavismo e del colonialismo. Il furto di uomini (migrazioni
coatte di circa 10 milioni di africani) e di interi territori in
tutto il pianeta, è alla radice dell'industrializzazione
e delle democrazie. Secondo Gaston Bouthoul la guerra è un infanticidio differito, un sistema darwiniano di controllo della popolazione. Tutta la Storia è costellata da guerre ma è il Novecento che ha reso industriale il crimine di massa. Circa 80.000.000 di morti in due guerre mondiali. Dalla fine della seconda guerra i massacri non sono cessati, ma sono stati decentrati. L'Occidente (barbari Usa esclusi) ha smesso di partecipare direttamente alle guerre, preferendo favorirle con "operazioni coperte" come gli omicidi politici o il commercio di armi. Le guerre consentono sempre un forte sviluppo del PIL ai Paesi che non vengono distrutti. Un altro forte sostegno allo sviluppo è derivato dalle migrazioni
economiche, nel XX come nel XXI secolo. Le migrazioni "moderne"
non si basano più sui rapimenti e la violenza fisica, ma
sulla forza della miseria. Affamare un popolo è il miglior
mezzo per spingerlo a migrare. "Esercito industriale di riserva" è l'espressione con la quale Karl Marx indicava la massa dei disoccupati in un'economia capitalistica e la sua funzione. La presenza di un gran numero di disoccupati è funzionale all'esistenza stessa del sistema capitalistico, poiché, alimentando la concorrenza tra i lavoratori, garantisce un basso livello di salari. Le badanti straniere, i 500.000 immigrati che lavorano in nero nell'agricoltura, i lavoratori edili a giornata e gli addetti ai lavori più sporchi e sgradevoli (o criminali) svolgono tuttora la funzione di esercito di riserva. Non è un caso se il numero degli immigrati che lavorano corrisponde quasi esattamente al numero di cittadini senza lavoro. La seconda decade del XXI secolo ha visto riapparire un fenomeno migratorio che era quasi sparito: la nuova emigrazione di massa degli italiani. Migliaia di anziani emigrano per sopravvivere con pensioni da fame, che all'estero riescono invece ad offrire tre pasti al giorno. Migliaia di giovani emigrano in cerca di un'occupazione negata loro in Italia. Il paradosso evidente è che gli immigrati africani vengono in Italia in cerca di un benessere, che gli italiani vanno a cercare all'estero. Parafrasando il dimenticato K.Marx, il potere statale non è
che un comitato di affari della "classe" al potere. Tutta
la politica del XXI secolo è una conferma di questa tesi.
|