Circo e zoo, animali e bambini (2010)

Le polemiche sull'uso degli animali nei circhi e negli zoo sono l'ennesima prova dell'ipocrisia dei nostri tempi. Lo sdegno non è solo per il maltrattamento degli animali, che sarebbe una battaglia giusta e doverosa. L'ira degli animalisti riguarda il fatto stesso di usare gli animali, fuori dal loro contesto "naturale", per la didattica o lo spettacolo.

La prima obiezione a questa campagna di ipocrisia riguarda il concetto di ambiente "naturale" che nessuno ormai sa più come definire, vista la completa e progressiva trasformazione che ogni ambiente terrestre sta subendo.

La seconda obiezione è che da sempre il regno animale è stato asservito a quello umano per l'alimentazione, il lavoro, il divertimento, la compagnia. Gli uomini hanno sempre cacciato e mangiato gli animali (e lo fanno tuttora). Li hanno usati per arare, trasportare carichi, difendere le greggi e gli esseri umani, cavalcare, combattere (e lo fanno anche oggi). Li hanno usati e continuano ad usarli per allietare le feste e arricchire gli spettacoli; li hanno addomesticati per sentire il loro canto, godere dei loro sinuosi movimenti nell'acqua, sentire lo loro fusa, giocare con loro.

Ma la terza obiezione è la più importante. Gli sdegnati oppositori dell'uso degli animali nei circhi e negli zoo non mostrano lo stesso ardore per combattere l'uso dei bambini nei circhi e negli zoo televisivi. Si impietosiscono per l'innaturale condizione degli animali ma non fanno obiezioni all'innaturale condizione di bambini di 5 anni addestrati al contorsionismo o all'equilibrismo, di bambine di 8 anni truccate e vestite come prostitute per partecipare a gare di ballo, di ragazzini di 12 anni spinti a cantare canzoni d'amore per vincere la solita gara televisiva.