SOGGETTIVITA,
GRUPPO, COMUNITA
Gli strumenti di bordo per navigare nel terzo millennio (2002) |
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1. DETRITI SUL DELTA: fra crepuscolo e aurora Fra il crepuscolo e laurora cè la notte. E la notte è il tempo con cui si apre il XXI secolo. La notte è il regno delloscurità, degli incubi e delle ombre minacciose. Ma è anche il momento della luna, del sogno e delle riflessioni. Il crepuscolo appena lasciato è quello della civilizzazione moderna, del materialesimo, della società industriale e degli stati nazionali. Laurora che ci attende è quella dellEvo Immateriale, della globalizzazione, dellinfo-telematica: ineluttabile ma dai contorni ancora molto incerti. Intanto è notte. E noi siamo al buio, immersi in quello che Bauman ha chiamato sistema liquido, al centro di un oceano in tempesta o sul delta di un fiume esondante, colmi di pericolosi detriti, relitti, secche e scogli affioranti. Sappiamo quello che abbiamo lasciato il giorno prima e possiamo solo immaginare quello che ci attende. 1. L'Occidente neo-imperiale contro l'Arcipelago La fase di transizione o di progressiva frantumazione ha occupato la seconda metà del XX secolo. In un certo senso la bomba su Hiroshima ha segnato il più punto alto dellinizio di una crisi, per una civilizzazione nata sulle promesse del progresso illuminato per tutti e giunta alla distruzione di massa. Quasi mezzo secolo è servito al processo di decomposizione, disarticolazione e polverizzazione della civilità industriale moderna e della sua cultura. La piramide moderna ha gradualmente lasciato il posto allarcipelago post-moderno: le famiglie, i processi produttivi, gli Stati nazionali si sono destrutturati. Il complesso sistema moderno si è trasmutato in una galassia molecolare, ed ha iniziato introno agli anni Novanta, con lavvìo della rete telematica planetaria, a cercare nuove modalità di funzionamento. Federazioni, networks, decentramenti produttivi, autonomie locali, famiglie allargate: ogni settore ha cercato strade per la ricostruzione di un qualche sistema plurale. Lipotesi dellarcipelago ha mosso qualche passo a cavallo del millennio e non è ancora spenta. Ma subito le si è affiancata lipotesi neo-imperiale. Che consiste nel tentativo di ricostituire, sotto la leadership statunitense, lunità dellOccidente e poi riaffermare il dominio di questo sul pianeta, con mezzi economici, culturali e militari. Naturalmente, se la prospettiva dellarcipelago ha il limite della turbolenza e dellinefficienza, lipotesi neo-imperiale non è priva di difficoltà. Per avverarsi, questa ha bisogno di un aumento del totalitarismo interno, della colonizzazione esterna e della produzione di nemici interni ed esterni. 2. Risposte distruttive all'entropìa della Modernità Le prime azioni del progetto neo-imperiale sono leggibili come risposte distruttive e suicidarie allentropìa della Modernità. Ogni civilizzazione soffre di un destino entropico, che si esprime come un aumento di disordine. La reazione allentropìa può essere rigenerante, se si fonda sulleros, la creatività, la capacità di rischio. Se, come diceva N. Brown, il principio di vita prevale su quello di morte. Questo però richiede unenergìa che lOccidente, sfinito, ha perso a Hiroshima, poi in Corea, nella guerra fredda, in Vietnam, nel Golfo, in Afghanistan, ma anche a Beirut, in Algeria, a Belfast. La mancanza di energìa, di eros, di istinto di vita sta portando la civilizzazione occidentale nel vicolo cieco di una serie di risposte distruttive allentropìa, che finiranno per accelerarla. La prima di queste è un incremento del totalitarismo interno. Le risposte che hanno segnato la soglia dei due millenni sono state: più leggi, più carcere, più censura e più repressione. Invece di gestire linsicurezza derivante dalla transizione, lOccidente ha scelto la via di combatterla con mezzi inevitabilmente destinati ad aumentarla. Più leggi significa più corruzione, più carcere equivale a più violenza, più censura e repressione portano a maggiori sintomi isterici. La seconda delle strategie distruttive è laumento della colonizzazione esterna. Ormai è chiaro il disegno di omologare il mondo al modello wasc (white-anglo-saxon-christian, bianco anglosassone e cristiano) con mezzi economici, culturali ed anche militari. Un sistema morente, invece di negoziare la propria sopravvivenza attraverso aperture, ibridazioni, contaminazioni, fusioni, cerca di esportare la sua cultura in declino con la forza. Mediante il ricatto economico, linfluenza pesante dei media, e il sostegno delle campagne belliche, lOccidente cerca di trascinare il pianeta nel suo vortice entropico. 3. Immaterialesimo Lepoca che segue la Modernità e la transizione post-moderna, di cui vediamo le prime aurorali sfumature, può essere definita col termine di Immaterialesimo. Il suo carattere principale sta nella progressiva smaterializzazione delle relazioni, dei processi produttivi, delle strutture sociali. La prevalenza della proprietà viene sostituita dalluso, il dominio delle cose viene minacciato da quello delle idee, delle immagini, delle emozioni. Il materialismo, che ha accompagnato lindustrialesimo come unombra, anche in coloro che vi si opponevano, sta perdendo la sua centralità culturale. Il danaro, le comunicazioni, il lavoro, i corpi perdono la loro stabilità materiale per entrare nellempireo immateriale. I valori stanno lentamente uscendo dalluniverso della materialità. La vera rivoluzione degli ultimi anni del XX secolo è stata linformatica, e più ancora il web. Senza tecnofilìe né tecnofobìe, possiamo paragonare il personal computer alla ruota, alla scrittura o alla macchina a vapore. Il che non ci assicura sullingenua concezione computer=felicità, ma ci dice che il mondo sarà sempre più irrimediabilmente diverso da come lo abbiamo visto fino al 1990. I contatti di espandono dal Quartiere al pianeta, le informazioni si irradiano in modo fulmineo, le transazioni commerciali azzerano i livelli di intermediazione, il lavoro si decentra fino allabitazione, il tempo libero muta i suoi modelli diventando la prima forma di produzione e lavoro. Il potere aumenta enormemente la sua invadenza, arrivando, con Echelon e Carnivore a leggere ogni mail che scriviamo, ma le forze antagoniste possono accedere alle informazioni segrete quasi in tempo reale. Senza il web operazioni come Echelon sarebbero rimaste coperte per decenni. La smaterializzazione allarga i confini, aumenta la complessità, e con essa lefficienza e la fragilità. Grazie a Internet è possibile quasi ogni magìa, ma basta un tredicenne con strumenti come giocattoli per penetrare nei centri del potere e paralizzarli. Limmaterialesimo non è solo il web. E anche unonda culturale che vede il potere primeggiare sul possesso; lestetica sulletica (cioè il movimento sulla stabilità); il non ancora sul già. LImmaterialesimo è la stagione della riapertura di nuove Frontiere, dopo che quelle geografiche sono finite. E una rivoluzione del lavoro e delle professioni: dalleconomia, dal diritto e dallingegneria si profila un passaggio della leadership alla filosofia, alla sociologia, allarte. La fisica e la psichica sembrano destinate a incrociarsi, da parallele che sono rimaste per secoli. 4. Planetarizzazione dell'intelligenza e dell'inconscio Internet è un nuovo sistema, ancora legato ai primi vagiti, ma che mostra chiaramente unidentità razionale ed emotiva come ogni altro organismo sociale (cioè creato da soci umani). Considerando
il web un organismo autorganizzato nessuno lha pianificato
o lo governa- non possiamo non vedere i segnali di unintelligenza
collettiva e di un inconscio planetario. La Rete pensa, crea, sente,
ricorda, mostra nevrosi e psicosi, esattamente come ogni altro organismo
collettivo. Limmagine di Gaia come corpo terrestre è ora intregrata
dalla Rete come mente e come anima. Se il web è il cervello del pianeta, significa che il pianeta per la prima volta nella storia sta costruendo una unità cognitiva, al di sopra delle lingue, degli stati, delle razze e delle culture. Meno studiati sono la consistenza emozionale del web, il suo mondo inconscio, la sua psico-logica. S.Freud ha descritto linconscio come un luogo svincolato dallasse spazio-temporale, senza tempo e senza spazio, meglio, come un multiverso in cui spazio e tempo sono plurali. Nel sogni, ciascuno fa lesperienza di questo multiverso, con sequenze nelle quali il soggetto prima bambino e subito dopo adulto si muove in stanze che immediatamente sfumano in mare aperto o in cielo. Una condensazione di tempo e spazio, qui ed ora, davanti ai nostri occhi dellanima. Il web è esattamente questo. Un contenitore virtuale nel quale si trovano residui di passato accanto ad anticipazioni del futuro, sequenze razionali e fantastiche, stanze commerciali seguite da ambienti mitologici. Il web è, come linconscio, multi-tempo e multi-spazio: una condensazione dei due assi davanti ai nostri occhi e a portata di click. Watzlawick ha per primo teorizzato limportanza della metacomunicazione. Una comunicazione non verbale o verbale, ma implicita, annidata nella comunicazione esplicita per darle uno specifico senso. Un gesto, una pausa fra le parole, un tono di voce, una omissione colorano la frase di un senso particolare, in modo che linterlocutore percepisce in via razionale un primo messaggio e per via emotiva un secondo messaggio (che specifica o contraddice il primo). La metacomunicazione è una comunicazione che assegna un senso particolare ad una piatta sequenza di parole. Cosa è lHTML, il meta-linguaggio del web, se non un modo per dare specifici significati alle parole? Per ora si tratta di un codice limitato, in grado di dare poche e non decisive colorazioni ai testi delle pagine web. Ma anche un bambino di un anno ha un meta-linguaggio limitato. Già si parla di sviluppi dellHtml, più precisi, articolati, espressivi. Asp, Php o java sono meta-linguaggi il cui compito è quello di assemblare messaggi binari in pagine visibili, e sono già in grado di creare pagine (come frasi di un discorso) diverse a certe condizioni. Meta-linguaggi cibernetici in grado di dare significati tenendo conto della sequenza condizionale se .allora sono vicinissimi a quello umano. La prossima frontiera dellinformatica sono i quanti o le cellule organiche. Le nanotecnologie in grado di gestire unità informative quantiche o organiche potranno far uscire i computers dalla schiavitù della rigida binarietà, per accedere alle sfumature quantiche (cioè dagli infiniti possibili) tipiche della comunicazione umana. Già esistono software in grado di apprendere dalla interazione con luomo. I quali per ora, come neonati, cadono spesso in equivoci, fraintendimenti e conflitti per lincapacità di riconoscere le meta-comunicazioni e lambiguità delle figure retoriche del linguaggio umano. Ma non per questo sono incapaci di darci unidea di un mondo interno in via di sviluppo. Come gli esseri umani, anche il web mostra i primi sintomi di disturbi nevrotici. Il più vistoso è l atteggiamento persecutorio che si aggira sempre più nella rete. Benpensanti che vedono la rete come minaccia (invasione della privacy, virus, pedofilia, terrorismo, truffe, disinformazione, ecc.), e antagonisti ossessionati dalle profezie orwelliane o del panopticon foucoultiano. Come nelle psiconevrosi umane, non è che non esistano pericoli e minacce fondate, sul web come nel Quartiere. La nevrosi viene dallenfasi messa su elementi reali, con conseguenze disfunzionali del comportamento reale. Ovunque è una caccia agli spammers e agli hackers. Pullulano i nick names e le password, i programmi per la difesa dei minori, i firewalls e gli antivirus. Ad un livello più blando si collocano i sintomi di una nevrosi che si esprime con un bisogno di ordine quasi carcerario. Prima ancora di diffondere le e-mail è stata divulgata una etichetta da monsignor Della Casa. Entrare in un newsgroup o in una mailing list significa sottomettersi ad un regolamento simil-militare ed ad un moderatore che è spesso una edizione moderna dellInquisizione. Infine, a indicare la natura del web come mondo interno del pianeta cè la straordinaria diffusione della pornografia. Come nellessere umano si agitano costantemente istinti, pulsioni, desideri di ordine erotico, per lo più sublimati o repressi, sul web si allineano milioni di pagine di carattere sessuale. Anche sul web, come nella vita fisica, leros occupa la maggior parte dello spazio psichico. 2. Il PORTOLANO: guardare il mare come fosse la prima volta Il problema dei navigatori nel mare aperto del XXI secolo è che guardano lorizzonte e le stelle nello stesso modo con cui lo facevano nel mare chiuso della Modernità. E banale ma necessario dire che la navigazione nelloceano è assai diversa che nel Mediterraneo e che nei mari del Sud il firmamento è differente, per cui i punti di riferimento devono cambiare. Dobbiamo trovare le risorse per guardare loceano immateriale con occhi nuovi, come se fosse la prima acqua che vediamo.
Uno dei primi problemi da affrontare è la ridefinizione dell amico e del nemico. La Modernità è stata forte perché operava su base binaria, con appartenenze e distinzioni chiare. Il secolo XX è stato definito come quello della crisi perché da Freud a Einstein, da Musil a Picasso, dalla musica dodecafonica alla fusion, dalla cucina regionale alla nouvelle e poi a quella etnica, tutte le avanguardie hanno esplorato la dimensione del chiaroscuro, del plurivalente, dellibrido. Un pensiero che ha anticipato ed a volte accelerato la frantumazione epocale dellEvo industriale, il cui esito è stato loffuscamento dei contorni, dei confini, e dei significati. La sparizione del nemico è stata insieme leffetto e la con-causa dellannebbiamento, con laggravante che un nemico difficile da individuare al di fuori è stato spesso installato allinterno, nelle profondità della psiche, o in una dimensione ubiquitaria e paranoica, dove i nemici sono tutti. Daltronde i tentativi di reperire sempre nuovi interpreti del nemico, in maniera mistificatoria o utilitaristica, affiorano continuamente, anche se lasciano insoddisfatto il bisogno di verità. Al paradigma del nemico fra cristiani e non, nobili e plebe, monarchici e repubblicani, proletariato e capitale, comunismo e democrazia, si è sostituito sulla Soglia del millennio- quello fra Occidente e Islam (prima con Hussein ed ora con Bin Laden e ancora Hussein). Ad un livello più locale si sono identificati a fine secolo i tossicodipendenti, gli evasori fiscali, gli spacciatori, gli extracomunitari, gli scafisti. I più recenti sono i fumatori, i produttori di ogm ed i pedofili. Decine sono le categorie prima demonizzate e poi gradualmente integrate in schemi diversi da quello nemico-amico. I poteri medico, assistenziale, sociale, giuridico, massmediatico sono costantemente impegnati nella traduzione di nemici fittizi in malati, vittime, casi umani o star di successo. Quello che sembra necessario, in quanto più assente, è il ripristino di soggetti antagonisti e di soggetti alleati, che però nascano da unanalisi fondata invece che da manipolazioni culturali. Unanalisi fondata non è possibile in questa sede, per cui ci limiteremo a proporre un principio logico modesto quanto basilare. Per il nemico, le questioni da porre sono: chi danneggia maggiormente la mia vita quotidiana oggi ? come posso combattere il danneggiatore?. Per lamico è in contrario: cosa mi aiuta di più nella vita quotidiana? Come posso allearmi con chi mi aiuta e con chi subisce i miei stessi disagi?
Navigare in un mare aperto ed ignoto implica la capacità di assumere i rischi: per arrivare in posti nuovi non possiamo che percorrere nuove strade. Mentre in un mare conosciuto limperativo è comportarsi come gli altri fanno ed hanno sempre fatto, nelloceano dellImmaterialesimo lo sforzo deve essere quello di comportarsi in un qualsiasi modo diverso da quelli abituali. Esplorare nuove correnti e cercare nuovi approdi può essere un lusso quando la terra da cui partiamo è rigogliosa, ma è una necessità quando la terra che lasciamo è un insieme di ruderi e detriti. Oggi siamo tutti migranti dalla cultura senescente della Modernità alla civiltà fetale dellEvo Immateriale. Il rischio non è più una scelta, è un destino. Dobbiamo abbandonare le correnti delle tradizionale discipline scientifiche e rinunciare agli approdi delle vecchie professioni. Dobbiamo esplorare le potenzialità delle tecnologie infotelematiche, le ipotesi di manipolazione genetica, i nuovi orizzonti della riunificazione fra lavoro e tempo libero, le prospettive derivanti dallindebolimento dei confini nazionali: per citare solo alcune delle rotte che intravvediamo. Attualmente lImpero e le sue province stanno rifiutando ogni esplorazione ed ogni ipotesi di approdo. Il sistema di dominio dell Occidente mostra tutta la sua vecchiaia rifiutando ogni rischio ed ogni sperimentazione. Più la cultura penetra lentropìa e più il sistema risponde ancorandosi ai precedenti paradigmi. Naturalmente le nuove prospettive non sono prive di pericoli, ma una cosa è inoltrarvisi con cautela, unaltra e rifiutarle in toto. Invece telelavoro, teleistruzione, telemedicina sono tenute nellangolo dellutopìa. La manipolazione genetica è demonizzata con argomentazioni non diverse da quelle usate dai sostenitori del sistema tolemaico. La rivoluzione del lavoro e della produzione incontro ogni pregiudiziale ostilità. La globalizzazione e le migrazioni sono viste solo come minacce anziché come potenzialità. Il problema è che il passaggio dal Moderno allImmateriale implica una ridefinizione dei valori e dei fini sociali, e di conseguenza del patto di associazione fra gli uomini. Probabilmente luomo è sempre alla ricerca della felicità, ma se questa era identificata nei secoli precedenti nello sviluppo materiale, oggi e in futuro essa si identifica in molti modi diversi e quindi richiede una nuova negozialità sociale.
La rotta è un percorso ed ogni percorso necessita di una meta. Oggi è spaventosa la carenza di mete. Non solo, come è ovvio, nessuno sa dove potremo arrivare, ma nessuno sembra capace di voler arrivare ad una meta qualsiasi. La sparizione delle mete è collegata allannebbiamento di valori forti, in grado di produrre sogni e mete precise. Daltronde, navigare senza meta, come Ulisse, è una opzione transitoria. Il navigatore necessita prima o poi di una meta. Nè le rotte si trovano: vanno costruite. La sfida è la ricostruzione del senso. Secondo E. Kant, la cultura è il senso dato alle cose in dato momento e in un dato luogo. LOccidente ha perso la cultura perché ha smarrito il senso unitario delle cose, per esplorarne decine. La parola senso è poli-semantica. Vale per significato, valore, direzione, intuizione, razionalità e criticità, ma anche per sensi e sensualità. E in questo circuito semantico che dobbiamo partire per costruire nuove rotte. La difficoltà sta nel fatto che il cerchio del senso è una rotta complessa in cui ogni punto rimanda a ciascun altro. Non cè un punto di partenza. Potremo costruire nuove rotte valorizzando i sensi e la sensualità che oggi sembrano anestetizzati, come pietrificati dalla vista di unorribile medusa. Questa epoca è visibilmente caratterizzata dal processo di desublimazione repressiva descritto da Marcuse. Cè un parlare di sentimenti, sensi e sensualità che è inversamente proporzionale alla loro concreta presenza nella vita quotidiana. Potremo costruire nuove rotte ripescando la forza della razionalità e del senso critico - inventati ad Atene e smarriti prima a Berlino, poi a Roma, a Mosca ed infine a Washington - che paiono sepolti sotto le montagne della retorica massmediatica. Potremo costruire nuove rotte dando fiducia al sesto senso, cioè allintuizione profetica, e limitando limportanza del pernicioso senso comune che ci ha trascinato fin qui. Potremo costruire nuove rotte, invertendo il senso di marcia, in direzioni che non conosciamo, ma che devono essere diverse da quelle finora esplorate. Potremo costruire nuove rotte ridistribuendo valore alle cose, alle persone e alle idee su una scala diversa da quella attuale. Partendo magari dal mettere il calcio dopo la politica; il diventare ballerina dietro la laurea; il parlare in tv alla spalle del parlare in famiglia. Potremo infine costruire nuove rotte ricercando nuovi significati da dare ai nostri comportamenti. Magari facendoci venire il dubbio che il rispetto sia troppo vicino allindifferenza; levitamento sia unazione molto aggressiva; la beneficenza sia la veste irenica della violenza. 3. ALTRI STRUMENTI: il Soggetto che non si "oggetta" non si assoggetta Non si entra nellImmaterialesimo in modo sovrano, senza una effettiva rivoluzione delle nostre qualità umane. Lidea di poter guidare unastronave negli spazi siderali, o portare una nave fra i flutti delloceano, con le stesse capacità umane che servivano ad accudire le pecore, è delirante. Luomo moderno è stato modellato per la fabbrica, lufficio e il negozio, come luomo medievale era modellato per la terra, la chiesa, e la guerra. Luomo immateriale deve modellarsi per le immagini, le idee, i simboli e le relazioni. La soggettività per secoli è stata oggettivata e poi assoggettata dal potere. Lipotesi neo-imperiale, conservativa, si basa sullipotesi di creare nuove oggettivazioni e nuovi assoggettamenti. Un ipotesi evolutiva non può che andare verso la valorizzazione della soggettività, in psicologia come in fisica, e verso la sua scelta come pilastro di una nuova civilizzazione. Un Soggetto non oggettivato né assoggettato può entrare sovranamente nella nuova epoca. Ma quali strumenti, quale consistenza, quali competenze deve avere questo nuovo Soggetto sovrano?
La prima competenza è ottica. Il cannocchiale è stato utile per secoli nellesporazione terreste e celeste, ma poi è stato sostituito dai cannocchiali e dai micro o telescopi. Oggi siamo arrivati agli strumenti di interferometria ottica e di risonanza magnetica. La storia dellumanità si è sempre evoluta in parallelo alla sofisticazione dei suoi mezzi ottici. Vedere preciso è una competenza basica. Lobiettivo (inteso come punto darrivo ma anche come lente) è quello di vedere le cose come sono, anche le più lontane (tele), le più piccole (micro) e le più nascoste (radio e audio). Riducendo a zero gli ostacoli, le interferenze, le distorsioni. Telescopìa, microscopia, radioscopia ed audioscopìa, riguardano le sostanze materiali, ma ancora di più le entità immateriali. LImmaterialesimo richiede di veder preciso anche le idee, le immagini, i simboli e le persone. I dettagli, le sfumature, le differenze puntuali che cerchiamo nelle stelle, nei virus, nei corpi e negli abissi, devono iniziare a essere cercati anche nelle idee e negli esseri umani. La distrazione, che è considerata un grave difetto nelle cose materiali, deve diventare un peccato capitale nelle questioni riguardanti limmateriale. Dobbiamo usare il telescopio per vedere bene cosa davvero accade in India. Il microscopio per osservare i fenomeni nei nostri luoghi di convivenza quotidiana. Il radioscopio e laudioscopio per poter leggere ogni segnale o sintomo che la cultura occidentale manifesta implicitamente. La tarda Modernità è stata caratterizzata dal trionfo dellottica: dai Lumiére alla Tv, dai satelliti a mega telescopi, dai sonar ai microscopi subatomici, dalla fotografia alle webcam. Il fatto è che questi mezzi non sono stati dati a tutti: sono stati riservati ai tecnici che intermediano la realtà, fornendone unimmagine parziale. Ogni osservazione modifica loggetto osservato, come bene hanno spiegato Heisenberg in fisica e tutta la psicologia della percezione, ma la Modernità ha moltiplicato le distorsioni prima con locchio dei tecnici e poi con quello dei divulgatori. La realtà che gli uomini moderni hanno visto e vedono è quella filtrata dallosservazione, dagli osservatori e dai divulgatori. Essi hanno solo prestato occhi ed orecchi alle immagini ed alle narrazioni fatte dagli intermediari, perdendo la propria autonoma sovranità ottica.
Nessuno, come una persona disperata, è disposto a credere a qualsiasi cosa riduca la sua angoscia. Nessuna civilizzazione al crepuscolo riesce a fare a meno di una produzione ipertrofica di mitologia. LOccidente al lumicino è in balìa di ogni sirena, ogni illusionismo, ogni gioco di prestigio. Non è un caso che la droga, lallucinogeno, lestasi siano la merce che caratterizza la tarda Modernità. Una civiltà in declino produce unangoscia cui i singoli cercano di evadere con illusioni, allucinazioni, viaggi fuori da sé (questo significa la parola estasi), fornite con tutti i mezzi chimici, ottici, fonici possibili. Lirrisione che la cultura tardo-moderna riserva alle culture arcaiche e teologiche, le impedisce di vedere se stessa come totalmente subalterna alla teologia scientista, nelle forme somministrate dalla chiesa mass mediatica. Leggi, opinioni, comportamento, intere vite sono impostate sulla fede cieca in quello che dice la tv che ha detto la scienza. Di fronte ad un bisogno tanto spasmodico di fuga e illusione, non è difficile organizzare un attentato ed usarlo per la costruzione di un nemico. Non è difficile far crollare intere economie, mediante trucchi finanziari, e attribuirne la causa ad un qualche colpevole designato. E facile autoassolversi di ogni impotenza quotidiana, semplicemente scendendo in piazza per solidarietà col sub-comandante Marcos. E facilissimo, per le élites dominanti, nascondere la propria prepotenza e segnalare come vera causa del disagio qualcosa di astratto, lontano e oscuro. Infine, è fin troppo facile convincere gli individui che il senso della loro vita sta nel numero di telefonini posseduti. Affrontare langoscia e attraversare la crisi della trasizione, entrando nel mare aperto ed incognito dellImmaterialesimo, è il nostro compito ineludibile, ma possiamo affrontarlo solo se, come Ulisse, sapremo bendarci di fronte alle Sirene.
La principale competenza che abbiamo smarrito ci indica la competenza più importante da ricostruire: saper convivere. Cioè vivere insieme agli altri. Sartre ha urlato il manifesto della tarda Modernità col suo linferno sono gli altri. Il Novecento ha visto sgretolarsi le famiglie, i clan, le associazioni, i partiti, le organizzazioni, su su fino alle nazioni. Comune, comunità, comunione, comunismo sono diventate parole sospette, dopo essere state snaturate da prassi mistificatorie, manipolative, autoritarie e totalitarie. E rimasta allorizzonte solo la parola comunicazione ma nel solo significato di informazione, annuncio, o monologo. Tuttavia lessere umano è un animale sociale e non può che convivere. La metafora fantastica dei Borg, un popolo di individui metà umani e metà macchine, che non hanno soggettività individuale ma si considerano parti singole di un insieme, è la estremizzazione paradossale della condizione umana. Che è fatta di individui, singoli, soggetti che tuttavia sono tali in quanto parte dellumanità intera. Noi non siamo singoli che devono stare insieme agli altri, ma siamo singoli in quanto stiamo con gli altri. La nostra individualità si costruisce con la convivenza. La nostra identità è lemersione singolare del plurale corpo planetario. Freud afferma La psicologia individuale è la psicologia sociale. Gli esperimenti o gli incidenti che hanno registrato lallevamento di un neonato in modo isolato dal genere umano, hanno dimostrato che la socialità è consustanziale allumanità. Senza sociale non si dà lumano, così come senza umano non si ha il sociale. Lisolamento dallesterno porta ad una riduzione monodimensionale del mondo interno, per cui limpossibilità di convivere con gli altri diventa anche limpossibilità a vivere con se stessi, se non al prezzo di ridurre la propria umanità fino al livello animale o inorganico. E così che certi malati di mente o carcerati, a lungo tenuti in isolamento, diventano. LImmaterialesimo entra nella storia partendo da un grado molto basso di socialità. Laltro è relegato spesso nella condizione di estraneo, quando non di ostile e potenziale aggressore. Lestraneo è da evitare o sottomettere; laggressore è da combattere, a volte anche prima di una effettiva aggressione. Langoscia epocale viene alleviata con lattribuzione agli altri della sua causa, e lossessione paranoica dellaccerchiamento alimenta langoscia. Per navigare nelle tempeste delloceano immateriale occorre ripristinare il con. Recuperare il plurale dentro di sé ed esterno, ricorrendo alla tolleranza empatica verso se stessi e gli altri, riavviando una nuova negoziazione comunitaria, e rivitalizzando il senso dellinsieme, dellunità, della sintalità.
Leros è energia vitale. E sesso, sensualità, senso, sensazioni e sentimenti. E la sola forma di estasi genitale, cioè generativa: il modo radicale per uscire dal sé e andare verso laltro. Leros è estatico ed estetico, nel senso che muove e commuove. E la riserva primaria di energia neg-entropica, di cui luomo dispone quando la scorta culturale langue. Leros è entusiasmo: la via fisica alla scoperta del Dio che risiede dentro ognuno di noi. E passione e compassione: una dolce sofferenza condivisa. NellOccidente in declino, leros non è scomparso ma semplicemente sottratto o distratto. Commozione, emozione, compassione, estasi ed estetica sono sempre meno produzione ed espressione endogena dei singoli. I vari aspetti delleros subiscono lattrazione di strumenti artificiali. Il primo dei quali è la farmacia: pillole per il relax, per la veglia, per il sesso, contro il dolore, per lo sport, per il sonno, per lespansione psichica. In tal modo gran parte della dimensione erotica viene controllata chimicamente, e il soggetto è mantenuto in una sorta di perenne anestesia, interrotta da farmaci. Il secondo strumento è il sistema massmediatico, che ha una funzione insieme pedagogica e vicariante. Con la funzione pedagogica vengono indicati gli oggetti da erotizzare (merci, ideologie, mode), e con la funzione vicariante la dimensione erotica viene riservata ai divi dello star system o alle produzioni dello show business. Luomo medio occidentale è scoraggiato dallesprimere la propria riserva erotica verso i suoi simili: o la dirige verso oggetti definiti dai ceti dominanti, o la reprime limitandola alla fruizione delleros on stage. Leros non va vissuto, ma guardato. Il terzo strumento è la repressione tout court. Una civiltà che mette al suo centro il controllo, non può ammettere escursioni private nel mondo delleros che potrebbero generare effetti incontrollabili. Mentre sulla scena dei mass media, la tarda Modernità sembra la civiltà più sessualmente liberata della Storia, nei comportamenti quotidiani la repressione è dominante. Attraverso mezzi giuridici anzitutto. Nessuna altra epoca registra una legislazione tanto pervasiva nel campo dei comportamenti sessuali. In secondo luogo mediante mezzi culturali. La sessualità è il primo terreno del politicamente corretto. La navigazione nellImmaterialesimo passerà dalla riappropriazione della produzione individuale delleros nelle sue diverse sfumature di sessualità, commozione, emozione, compassione, estasi, entusiasmo ed estetica. I soggetti dovranno produrre ed esprimere il loro eros, anziché reprimerlo o fruirne passivamente.
Lultimo strumento che ci sembra cruciale per una navigazione nello spazio liquido del XXI secolo è il piccolo gruppo. Questa è la sola aggregazione umana a sovranità distribuita e partecipata. Solo la coppia può avere questo carattere, ma col limite di un plurale a solo due soggetti. La famiglia è unaggregazione nella quale difficilmente i ruoli possono essere modificati. La condizione di figlio è ineludibile, e genera obbligatoriamente una diseguale distribuzione della sovranità. Lorganizzazione è condannata alla disuguaglianza, perchè il suo fine è sempre più forte di ogni altra variabile. La comunità, come grande gruppo di piccoli gruppi, è caratterizzata dallincontrollabilità dalle sue dimensioni. Il piccolo gruppo è lo spazio sociale più plurale ed insieme più controllabile da ogni membro, ed in esso il fine ed i mezzi possono essere tenuti sullo stesso piano. A condizione che funzioni, il piccolo gruppo è dunque lo spazio sociale da cui ripartire. Saper essere membro di un piccolo gruppo, saperlo far nascere e sviluppare, saperlo aiutare a fronteggiare gli ostacoli e le crisi, sono competenze umane oggi più decisive che mai. Oggi che il singolo e la società sono in difficoltà, occorre ripartire da piccole aggregazioni intermedie e informali, isole o piattaforme galleggianti. Nelle quali ogni soggetto possa essere compartecipe responsabilmente, come sovrano e insieme come suddito. Il piccolo gruppo, va detto, non è una dimensione solo sociale, è anche una modalità di funzionamento intrapsichico. Solo chi ha un gruppo dentro può stare in un gruppo esterno, e viceversa. Ancora una volta, dobbiamo ricordare la specularità fra interno ed esterno, anzi la loro consustanzialità. Il piccolo gruppo è insieme fine e mezzo della pluralità. |