UN'ALLEANZA PER GLI PSICOLOGI PRIVATI E GLI STUDI PRIVATI DI PSICOLOGIA ?
La comunità degli psicologi italiani è divisa in tre grossi raggruppamenti : gli accademici, gli psicologi pubblici ed i privati. Gli accademici sono la forza storica della psicologia e fino a venti anni fa lunica vera aggregazione. Tale gruppo ha suoi organismi di rappresentanza e tutela e dispone della forza dellistituzione oltre che del prestigio culturale riconosciuto allUniversità.Negli ultimi venti anni , grazie al lavoro compiuto dall AUPI, è salito alla ribalta il gruppo degli psicologi del Servizio Pubblico che ha acquisito sempre maggior forza anche per il meccanismo del finanziamento sindacale automatico. La forza degli psicologi pubblici si è espressa vistosamente nelle prime elezioni dellOrdine che hanno visto il partito AUPI stravincere.Il gruppo degli psicologi privati , individuali o aggregati in studi ed associazioni, è sicuramente quello meno forte e rappresentato a livello istituzionale . Le ragioni della debolezza dei privati sono varie. Anzitutto i privati non hanno mai goduto di facilitazioni organizzative: mentre gli accademici e gli psicologi pubblici possono disporre di tempo e rimborsi concessi dallistituzione, i privati devono pagare di tasca loro ogni minuto speso per tutelare i loro interessi. In secondo luogo, i privati sono costretti a battersi sul libero mercato e dunque non possono distrarre che risorse marginali per le attività collettive. Infine, va detto, i privati agiscono molto secondo una mentalità individualistica e competitiva che spesso impedisce loro di valorizzare gli interessi comuni della categoria.La situazione attuale della psicologia è dunque tutta sbilanciata sui poli accademico e pubblico, a sfavore del polo privato.Questo disequilibrio danneggia ovviamente i privati che non sono tutelati da nessuna organizzazione, ma danneggia anche la comunità psicologica nel suo complesso proprio in questo nel quale il privato sta assumendo sempre maggiore importanza in tutti i settori. Il declino del Welfare State infatti, mentre lascerà inalterato il potere accademico, indebolirà molto il Servizio Pubblico.Daltra parte le decine di migliaia di psicologi che lUniversità diplomerà entro il Duemila hanno come unica prospettiva solo la professione privata.Ma quali sono gli interessi degli psicologi privati? In primo luogo quello di essere rappresentati a livello istituzionale . Il pericolo che lOrdine , di fatto controllato dagli psicologi pubblici, possa trascurare i privati, è evidente.In secondo luogo quello relativo ai problemi normativi e fiscali.In terzo luogo quello relativo alle convenzioni ed agli appalti.La professione privata non si limiterà a quella terapeutica, che si potrà regolare per analogia sul modello medico. Essa dilagherà nei settori del lavoro, della pubblicità, dellarte, del terziario avanzato , della formazione, della politica e dunque si dovranno esplorare nuove regole, specifiche deontologie, nuove forme di tutela e di promozione della qualità.Tutte queste riflessioni invitano a riprendere lidea, lanciata un anno fa, di una ALLEANZA DEGLI PSICOLOGI PRIVATI. Una simile aggregazione, rigorosamente riservata a chi vive della professione sul libero mercato, dovrebbe nascere in modo autonomo ma affiliarsi e crescere allinterno della SIPS, perché non si crei una separazione con le componenti accademica e pubblica.Come Vice-Presidente Professionale del Consiglio Nazionale della SIPS invito la SIPS a favorire la nascita dellALLEANZA ed invito tutti i soci del settore privato a prendere contatti per una prossima Assemblea costituente.