Figure dell'Alterità e formazione di gruppo L'essere umano nasce come frattale del mondo. I.Matte Blanco afferma che "l'inconscio è un insieme di infiniti". L'Alterità è, alla nascita, dentro il sè come potenziale infinito. L'educazione è la continua riduzione del mondo a quella che chiamiamo "personalità": un fittizio e mobile, ma rassicurante, centro di gravità. Un'illusione e una convenzione per la tregua con se stessi. Al termine di un processo educativo l'Alterità è tutto ciò che è fuori dal sè. L'Altro, da interno, diventa il mondo esterno. La formazione di gruppo è il tentativo di ripristino dell'infinito interno, attraverso un'esperienza forte di Alterità. Ciò che è stato ridotto con l'educazione, viene espanso con la formazione. Il possibile, rimosso nel processo di costruzione della personalità, viene illuminato; il potenziale tende a diventare potere; l'Alterità esterna fa risuonare quella interna.
|
L'Altro come "prossimo": dalla relazione-legame alla relazione di contiguità |
La figure dell'Alterità come limite, concorrente, origine e destino (vedi) si concretizzano all'interno di uno scenario che è la relazione, il legame. La relazione è quel legame emotivo che influenza il comportamento. Abbiamo una relazione quando l'Altro "altera" il comportamento che avremmo avuto se non fosse entrato nel nostro orizzonte, e quando a nostra volta siamo l'Altro per l'Altro. La relazione così intesa è un punto
di un cerchio comprendente libertà, differenza-pluralità
e realismo. Il cerchio è una forma ricorsiva senzo un punto
di inizio-fine, e dove ogni punto è insieme causa ed effetto
di ogni altro. Cosa accade se la relazione assume una forma "puntuale", ad arcipelago, in cui i soggetti non si influenzano ma sono semplicemente "prossimi"? E' frequente oggi sentir parlare di incontro e relazione anche per situazioni di questo tipo. Per esempio, si dice che i fedeli "incontrano" il Papa, quando diecimila persone stanno sulla piazza di S.Pietro sotto la finestra del Pontefice. Si chiamano "colleghi" coloro che fanno lo stesso tipo di lavoro, anche se non si sono mai parlati. Si chiamano "compagni" quelli che militano nello stesso partito o fanno lo stesso corteo. Partecipare allo stesso concerto della rock star di turno, fa sentire "vicini" i presenti. Come "prossimi" si sentono quelli che assistono insieme allo stesso struggente tramonto. Spesso si usano termini come "relazione e "Altro" in quelle situazioni in cui esiste solo una "contemporaneità emozionale". Avere emozioni simili sembra sufficiente per definire la relazione. Questa relazione non è un legame, si scioglie allontanandosi, nè implica influenza reciproca o cambiamento. La figura prevalente qui non è il cerchio, ma l'insieme di punti inseriti in uno stesso "campo" spazio-temporale. Anzi, spesso basta lo stesso "campo" psicologico, cioè il vissuto di continguità e prossimità, a prescindere dalle variabili spazio-temporali. Ci possiamo sentire in prossimità coi trapassati, ma anche con soggetti lontani che non abbiamo mai visto. Il passaggio dalla relazione-legame alla relazione-prossimità
è caratterizzato da tre elementi. Il passaggio dalle relazioni-legame alle relazioni di possimità/contiguità è insieme effetto e causa di numerosi fenomeni che interessano la vita quotidiana attuale. Il primo è che diminuiscono le relazioni totali a favore di quelle parziali. Stiamo sostituendo le relazioni intime, profonde e polidimensionali con relazioni di superficie e monodimesionali. Le relazioni per "fare insieme" prendono il posto delle "relazioni per essere-stare insieme". Sempre meno legami riescono a soddisfare la pluralità dei nostri bisogni. L'urgenza dei quali viene soddisfatta moltiplicando gli ambienti che attraversiamo. Questo offre una spiegazione della ansiosa mancanza di tempo che sembra colpire tutti, malgrado il tempo di lavoro sia mediamente diminuito. Quasi tutti lavorano -salvo alcune minoranze- meno, e quasi tutti hanno meno tempo. Il fatto è che molti, di fronte alla diminuzione delle relazioni-legame, cercano di sostituirle con situazioni di prossimità che vengono moltiplicate: abbiamo "vicini" che condividono con noi le esperienze di fitness, "prossimi" con cui balliamo, "contingui" che vivono un viaggio con noi, "simili" con cui abbiamo idee uguali. Rincorriamo una miriade di figure di prossimità, per sostituire le relazioni-legame che non siamo più in grado di, o vogliamo sempre meno, intrecciare. |