La risposta è senz'altro
affermativa. L'Ente pubblico deve non solo appoggiare, ma anche stimolare,
in ogni modo tutte le iniziative aggregative ed espressive, incluse
quelle riferentesi al teatro.
Nella Costituzione Italiana il Governo ha appunto il ruolo di stimolare
e appoggiare tutte le iniziative legittime della società civile,
e tale direzione è l'unica che deve ispirare una corretta e
democratica amministrazione.
Gli interventi diretti della Pubblica Amministrazione nella vita civile
sono ispirati a logiche sovietiche o fasciste, comunque non democratiche.
L'unico modo serio per un Ente pubblico di fare Amministrazione in
generale e cultura in particolare consiste appunto nello stimolare,
supportare e controllare la libera iniziativa e aggregazione dei cittadini.
La vera azione culturale di un Ente pubblico non consiste nell'offrire
elemosine condizionate dal clientelismo nè nel privilegiare
questa o quella modalità di espressione e aggregazione. Al
contrario essa consiste nello stimolare e favorire il potere espressivo
dei gruppi sociali, secondo criteri di equità.
Il teatro amatoriale, come altre forme di espressione e aggregazione,
è un diritto dei cittadini, correlato alla libertà ed
al potere degli stessi: la vera ed unica cultura è quella che
la società civile esprime attraverso la sua autonoma ricerca.
Tutto il resto è accademia, istruzione, museo o spettacolo.
Il problema non è dunque "se" ma "come".
Occorre affermare con chiarezza che l'Ente pubblico democratico non
deve:
1) fare cultura in proprio e direttamente
2) privilegiare un tipo di espressione culturale in base a criteri
ideologici o, peggio, clientelari
3) diffondere i contributi a pioggia, senza progetti nè verifiche
L'Ente pubblico deve supportare il teatro amatoriale mediante:
1) messa a disposizione di spazi attrezzati
2) messa a disposizione di servizi di supporto (segreteria, magazzino,
sala prove, pubblicità, ecc)
3) la qualificazione delle esperienze amatoriali mediante azioni di
formazione, supervisione, consulenza
4) la promozione delle esperienze amatoriali verso tutte quelle aree
che ne sono escluse potendone trarre giovamento
5) il lancio di progetti culturali generali, dentro i quali siano
inseribili i contributi di tutti i gruppi aggregati per esprimersi.
* Estratto da LINEA
TEATRALE, Anno VII, dicembre 1991, pag.103-104
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