Per
comprendere il discorso che segue è utile conoscere la situazione
del Comune di Massa con le sue iniziative per l'animazione nel 1979.
In breve, possiamo dire che nel 1979 era stato commissionato dall'Assessorato
P.I. di Massa all'equipe "Isameps", un Corso di lunga durata
(39 giornate) per 90 animatori socioculturali da utilizzare inizialmente
nelle attività estive del Comune, ma da impiegare in prospettiva,
in attività stabili e continuative nelle Circoscrizioni. Il
Corso del 1979 è stato realizzato con soddisfazione e gli animatori
hanno portato a termine gli impegni estivi riscuotendo un lusinghiero
successo.
Nell'inverno '79-'80 l'Amministrazione comunale si è orientata
verso la creazione di un rapporto stabile con gli animatori, ed ha
chiesto all'"Isameps" un Corso di Specializzazione da effettuare
in due tranches, nel giugno e nel settembre dell'80. In tal modo il
Comune (retto da una giunta socialcomunista) intendeva arrivare all'autunno
dell'80 con un gruppo preparato di animatori da inserire in modo stabile
nel territorio.
In
questa prima parte del mio contributo insisto sul processo di selezione
adottato, in quanto ritengo che esso possa offrire utili spunti agli
Amministratori locali ed agli operatori culturali.
1.1
Problemi politici
Facendo
un conto economico e di esigenze reali (il Comune di Massa conta circa
70.000 abitanti e 7 Circoscrizioni), l'Amministrazione si era orientata
all'impiego stabile di non più di 35 operatori. I coinvolti
nelle attività dell'anno precedente erano 90 e, pur essendoci
state alcune defezioni volontarie, restava sempre il problema di come
scendere al numero di 35 operatori. Va tenuto presente che tutti i
giovani coinvolti nella fase precedente erano senza lavoro, e che
l'ammissione dei 35 al Corso di Specializzazione, anche se non era
una vera e propria assunzione, prefigurava un'occupazione lavorativa
stabile.
Il fantasma di 35 posti di lavoro intellettuale, con una formula di
contratto professionale continuativo o di convenzione con una costituenda
cooperativa, ha avuto sui giovani coinvolti nelle attività
dell'anno precedente un effetto lacerante. E tale effetto si è
ripercosso in tutta la compagine politica del Consiglio Comunale.
Per circa tre mesi, la città, i giovani e le forze politiche
si sono dibattuti sul dilemma della selezione.
I tre orientamenti intorno al problema erano: assistenzialismo, lottizzazione
e meritocrazia.
1.1
Alcuni politici, e ovviamente, alcuni degli animatori, erano favorevoli
ad una soluzione che chiamerei assistenzialistica. Data
la carenza di posti di lavoro intellettuale esistente, proponevano
la soluzione del "tutti dentro". Per avere questa beneficiata
collettiva, i sostenitori di questa linea erano disposti ad accettare
meno soldi e lavoro part-time. Naturalmente questa posizione era sostenuta
con argomentazioni diverse, non tutte infondate. Alcuni sostenevano
che non essendo (nè l'Amministrazione nè eventuali esperti)
in grado di effettuare una "selezione oggettiva", era giusto
offrire a tutti questa nuova occasione. Altri asserivano che non era
giusto disperdere l'esperienza formativa e di "campo" dei
90 giovani e che se si fosse effettuata una selezione si poteva considerare
sprecato l'investimento dell'anno precedente. Altri infine dicevano
che tutti dovevano essere ammessi e che la selezione sarebbe stata
naturale, nel tempo, in seguito ad assunzioni in posti di lavoro fisso
o a matrimoni Alcuni sostenevano addirittura che prolungare il tempo
del precariato avrebbe consentito la selezione dei più tenaci,
temprati e motivati, che dopo due o tre anni potevano essere assunti
in pianta organica nell'Amministrazione.
1.1.2
La seconda linea che serpeggiava, anche se non apertamente, era quella
della lottizzazione.
I partiti, sia che fossero in Giunta sia che fossero all'opposizione,
accarezzavano l'idea di una soluzione assai di moda in Italia: dividersi
i posti in maniera proporzionale al peso politico. I Partiti di maggioranza
avrebbero certamente avuto la parte più grossa, ed i Partiti
di opposizione avrebbero avuto un piccolo vantaggio garantito, che
era sempre di più del paventato rischio che la maggioranza
si prendesse tutti i posti. Nella stessa logica si muovevano anche
molti operatori. Molti di essi infatti pensavano (qualche volta a
ragione) di essere favoriti, in oliamo più vicini a questo
o a quel personaggio politico. Naturalmente la soluzione lottizzata
aveva l'inconveniente di non poter restare segreta: tutti i Partiti
ne sarebbero stati coinvolti. II vantaggio di avere 35 beneficiali,
non era pari allo svantaggio di avere in città 60 giovani denigratori.
Anche per gli
operatori che pensavano di essere sicuramente cooptati esisteva qualche
incertezza , perché il numero di coloro che ostentavano sicurezza
era superiore a 35, il che stava a significare che i politici si erano
lasciati scappare promesse più numerose del dovuto. Nel manipolo
dei sostenitori della lottizzazione c'era anche qualche operatore
che, talmente certo di essere favorito, puntava all'assunzione in
pianta organica nel Comune, pur sapendo che questa soluzione era possibile
solo a 2/3 persone, nel migliore dei casi.
Anche la corrente dei lottizzatori non difendeva questa linea apertamente,
ma adduceva la giustificazione che la scelta del personale socioculturale,
doveva essere effettuata dalle "forze politiche espresse dalla
comunità".
1.1.3 La terza
linea la chiamerei tecnocratica: era sostenuta dall'"Isameps",
ma anche da qualche animatore e da qualche politico Questa linea aveva
i suoi difetti, ma aveva il merito di essere nuova nel panorama italiano;
e siccome altre linee le avevamo provate, negli Enti locali, con risultati
assai discutibili, perché non provare questa? Tale linea si
basa su pochi assunti, ma chiari:
1. in Italia esiste un "diritto al lavoro", ma non un diritto
al lavoro intellettuale; questo tipo di lavoro intellettuale, richiede
qualità e competenze precise, ed offre alcuni privilegi, soprattutto
legati alla qualità del lavoro; non tutti dunque possono averne
diritto. In ogni caso, se esiste un diritto di chiunque ad aspirare
a qualunque posto di lavoro, esiste anche un diritto dell'utente ad
avere dei servizi sociali gestiti con una forza lavoro esperta e professionale;
2. è politicamente e moralmente discutibile che sia preferibile
lasciare nel precariato 90 giovani piuttosto che stabilizzarne 35;
3. certamente nessun esperto di selezione può giurare sulla
infallibilità delle sue tecniche , ma il tasso di errore che
si può commettere con strumenti tecnici e professionali è
sicuramente inferiore a quello che si ha con la casualità o
la lottizzazione;
4 . l'idea di attendere degli abbandoni spontanei, non va affatto
a favore dei più forti e motivati, ma favorisce solo coloro
che possono farsi mantenere dalla famiglia (cioè i più
abbienti) oppure coloro che sono talmente privi di risorse da essere
costretti ad attendere più anni in posizione precaria;
5. se si desidera aiutare dei giovani, in via transitoria, che sono
senza
lavoro, è assai meglio farlo con gli usuali canali dell assistenza,
piuttosto che con un lavoro precario, che illude anche gli incapaci
circa un futuro professionale inesistente;
6. molti giovani meno adatti, o non ancora preparali ad un lavoro
sociale troverebbero giovamento da un verdetto che, chiaramente, li
orienta verso altre soluzioni professionali: l'Italia è piena
di operatori sociali e culturali infelici e insoddisfatti, cui nessuno,
a suo tempo, ha saputo dire che il lavoro sociale non era per loro;
7. se qualcuno suppone di interpretare questa idea, come basata sull'innatismo,
si sbaglia; nessuno più di noi, che siamo formatori, crede
nelle capacita di chiunque di imparare qualunque cosa. Tuttavia esistono
problemi di economia, di fronte ai quali nessun formatore umanista
ha il diritto di chiudere gli occhi. Ci sono persone che imparano
un ceno mestiere in meta tempo di altre; ci sono soggetti che, per
imparare a fare un lavoro sociale, dovrebbero spendere 10 anni mentre
altri lo imparano assai meglio in due. Su 90 partecipanti ad un Corso,
per quanto valente possa essere l'equipe dei formatori, alcuni imparano
tutto e bene; altri imparano meglio di altri; altri ancora imparano
pochissimo.
Queste considerazioni, pur partendo assai minoritarie, divennero vincenti
per un insieme di cause concomitanti. L'Amministrazione comunale non
poteva scegliere la strada delle ammissioni generalizzate, per motivi
economici; ne si sentiva di lottizzare, rischiando di farsi pubblicamente
accusare dagli esclusi. I giovani animatori si resero conto che la
fiducia di esser, cooptati non era fondata, e che investire della
selezione l'Amministrazione significava accettare una lottizzazione
dagli esiti incerti. Per la verità noi avevamo suggerito una
soluzione "aziendale", alternativa alla selezione ex
novo, che consisteva nell'affidare la scelta dei 35 ai funzionari
dell'Assessorato che avevano coordinato il lavoro estivo degli animatori.
Ci sembrava normale che, chi aveva coordinato un lavoro sul campo
di due mesi, avesse sufficienti elementi per e radicare chi era professionalmente
pili adatto. Questa proposta fu tuttavia scartata perché i
funzionari non si vollero assumere alcuna responsabilità in
merito.
Prima di arrivare a decidere di affidare l'incarico ad esperti dell'"Isameps",
l'Amministrazione fece un ultimo tentativo di mediazione. Propose
una Commissione di valutazione composta in parte da tecnici dell'Isameps
ed in parte da politici. Noi rifiutammo questa proposta nella convinzione
che avrebbe rischiato di creare un compromesso fra le esigenze tecniche
e quelle politiche, con svantaggi per entrambi.
1.2 Problemi metodologici
Naturalmente l'idea
di effettuare una selezione di operatori socio-culturali non poteva
non spaventarci, soprattutto per l'assoluta mancanza di precedenti noti
in letteratura. Per fortuna non si trattava di scegliere 35 animatori
"ideali", compito assai più difficile ed improbabile;
ma di scegliere i 35 migliori su un gruppo di circa 70 candidati.
La prima difficoltà era quella di stabilire ""quale"
animatore dovesse essere ritenuto migliore di un altro, cioè
quale animatore voleva l'amministrazione di Massa.
Il lavoro dell'animatore non è facilmente descrivibile in termini
operazionali. O meglio, il suo ruolo e le sue capacità variano
in conseguenza delle intenzioni dell'Ente committente. Il tipo di animatore
discende dal tipo di politica culturale che l'Ente locale pensa al voler
attuare. Per questo ci sembrò inevitabile, oltre che politicamente
corretto, investire l'Amministrazione comunale del ruolo politico che
le competeva: quello di delineare le caratteristiche degli animatori
che noi avremmo dovuto scegliere.
Questo passo non solo fu corretto e utile, ma servì all'Amministrazione
per dibattere il tema e farsi dunque maggiormente coinvolgere nel progetto
complessivo.
Del problema si investi la Commissione Consigliare "Istruzione
e Cultura" (allestito n. 1) che discusse ed approvò una
bozza di lavoro presentata dall'"Isameps".
Trattandosi di animatori che avevano già frequentato un Corso
di 39 giornale, ed effettuato un lavoro estivo sul campo di circa due
mesi decidemmo di non valutare le personalità, ma le capacita
operative più strettamente connesse al lavoro di animazione.
Come si vede dall'allegato,
i candidati dovevano venire selezionati in base alle:
- conoscenze teoriche circa le principali problematiche sociali, le
tecniche e le metodologie
dell'animazione;
- capacità di comunicazione (facilita e chiarezza di espressione,
capacità di ascolto e decodifica, atteggiamento disponibile);
- capacità di decisione di gruppo (capacità di gestire
i conflitti e le mediazioni);
- capacità creative e progettuali (fluidità ideativa).
Le prove che dovevano concorrere al punteggio finale erano una scritta
ed una orale, alle quali si aggiungeva un punteggio per titoli. Conducemmo
un'altra piccola battaglia per il contenimento della quota di punteggio
derivante dai titoli. Durante le trattative, qualcuno aveva proposto
di dare alla laurea, un punteggio molto elevalo ed uno ancora più
elevato alle lauree umanistiche. Ma noi spingemmo per una soluzione
molto contenuta (2 soli punti su 100) per la laurea e nessuna gradazione
fra le diverse lauree, perché siamo convinti che il lavoro di
animazione non è affatto collegato alla cultura "alta",
ne tantomeno a quella umanistica. Conosciamo ottimi animatori con il
diploma di agraria in tasca, o con la laurea in chimica. Qualcun altro
aveva cercato di far rientrare dalla finestra i criteri dell'assistenzialismo:
chiedendo un punteggio particolare per gli orfani, i figli di dipendenti
comunali, i padri con figli a carico, invalidi e così via.
Sostenendo il criterio della professionalità riuscimmo a superare
queste proposte che furono scartate saggiamente dalla Commissione Consigliare.
Concordammo nell'assegnare 15 punti su 100 a coloro che avevano portato
a compimento le esperienze di animazione organizzate dal Comune durante
l'anno precedente: le attività estive e quelle integrative scolastiche.
I punti assegnabili per titoli erano dunque 20 su 100; dei rimanenti
80, metà erano assegnabili con la prova scritta e metà
col colloquio. Va sottolineato che la diffusione della metodologia di
selezione prescelta ha fatto scendere i candidati a 50. Molti furono
evidentemente coloro che si "autoselezionarono" ritenendosi
non in grado di superare le prove. Allo scopo di evitare influenzamenti
indiretti o accuse di favoritismi ponemmo molta cura sia nelle procedure
sia nella composizione dello staff selezionatore.
Le prove scritte dovevano essere totalmente anonime; l'assegnazione
del punteggi su esse fu data da due esperti di animazione, che valutarono
prima, separatamente, ciascun lavoro.
Il punteggio assegnato nello scritto non fu reso noto, se non alla fine,
ai conduttori del colloquio. Colloquio che fu deciso essere "di
gruppo" proprio per evidenziare l'importanza delle capacità
relazionali e sociali dei candidati. I colloqui duravano circa tre ore
ciascuno, con un intervallo. Furono condotti da tre persone (due psicologi
ed un animatore esperto), delle quali due avevano fatto parte dell'équipe
che avevano condotto il Corso fanno precedente, ed una era del tutto
al di fuori (volutamente) dal gruppo "Isameps".
Negli allegati 2 e 3 si possono conoscere meglio i temi ed i criteri
della prova scritta e del colloquio.
1.3
I risultati
II
risultato principale dell'operazione fu che nessuno dei 15 esclusi
fece un reclamo (v. allegato n. 4).
Trattandosi della situazione massese, politicamente piuttosto effervescente,
non è poco. Si tenga inoltre presente che l'ammissione al Corso
di Specializzazione era vissuta da tutti (esperti, animatori, Amministratori)
come l'assegnazione di un rapporto di lavoro stabile con il Comune
e le Circoscrizioni. Ed infine che una simile operazione, gestita
da un ente "privato" quale l'"Isameps", poteva
prestarsi a ricorsi anche pretestuosi di ogni tipo. Nessun ricorso,
nemmeno una lamentela: quasi che gli esclusi fossero d'accordo con
i selezionatori.
Ma gli ammessi erano veramente i migliori? Nessuno può rispondere
con certezza. Si sa che in una graduatoria, le idee più chiare
sono in cima ed in coda. Come si vede dagli allegati abbiamo scelto
la strada di indicare delle fasce di livello, perché non era
possibile distinguere effettivamente fra il 35° ed il 36°. La scelta
di tagliare a 35 era puramente formale, quindi non poteva rispettare
la gradazione reale dei candidati
Ciò che ci preme sottolineare è che tutta la selezione
si è basata su una correttezza totale e su un atto di coraggio
di un'Amministrazione comunale che, fosse solo per questo, merita
di diventare un esempio. Questa esperienza ha dimostrato che in Italia
è possibile tentare qualcosa di diverso dalla lottizzazione
partitica o mafiosa e da l'assistenzialismo. Ha dimostrato che si
può tentare di dare ai servizi sociali un volto professionale.
Siamo convinti che molte forze politiche progressiste e sindacali
dovrebbero seriamente aprire un dibatti o sulla selezione negli Enti
locali e sui meccanismo di concorso. Per anni la selezione è
stata demonizzata in nome di un egualitarismo miope. Il risultato
è stato che la credibilità e la qualità dei servizi
sociali (scuola compresa) sono a livelli bassissimi; che i professionisti
migliori non accedono o fuggono dai serviti sociali; che si è
dunque allargata la disuguaglianza fra chi usa di servizi privati,
perché può pagarseli, e chi deve usare dei servizi pubblici.
Tale è stata la censura sul tema della selezione che oggi quasi
nessuno ha soluzioni collaudate, tranne i selezionatori delle imprese.
Coloro che ancora pensano che non sia possibile avere selezionatori
abili ed imparziali, troveranno nella nostra piccola esperienza una
smentita. Quello che ha fatto da garante sulla nostra correttezza,
non è tanto la nostra onestà, ma il desiderio di mantenere
intatto un prestigio ed una credibilità, che sono la nostra
unica ricchezza.
Gli Enti locali che si rivolgessero a veri professionisti per selezionare
certi operatori (pensiamo alle USL e ai tanti sociologi assunti come
psicologi!) troverebbero una seria via d'uscita fra la sempre meno
premiante lottizzazione e la sempre più impossibile assistenza.
Allegato
n.1
COMUNE
DI MASSA
ASSESSORATO
Istruzione - Cultura - Sport - Turismo - Spettacolo
COMMISSIONE
CONSIGLIARE "ISTRUZIONE-CULTURA"
VERBALE
N.39
Massa, 22 aprile 1980
Il
giorno 22 aprile 1980, alle ore 17, presso la sede Municipale, si
è riunita la Commissione Consigliare "Istruzione-Cultura-Tempo
Libero" per discutere l'argomento "Corso Operatori socio-culturali".
Sono
presenti:
PETACCO
Piero - Presidente
MARIOTTI Olga - Membro effettivo
IANNI Nino - Membro effettivo
NARI G. Franco - Membro effettivo
DELLA PINA Luigi - Membro effettivo
Sono assenti:
LUCCHESI Bruno
SANTI P. Paolo
Sono inoltre
presenti l'Assessore alla P.I., O. Bigini e la dott.ssa Silicani.
IL
PRESIDENTE
Constatata
la validità della seduta, introducendo l'argomento odierno,
dà lettura di una lettera pervenuta all'Assessorato dall'ISAMEPS,
in cui l'Istituto stesso comunica di non accettare la Commissione
selezionatrice mista, composta cioè da Tecnici e da Politici.
Pertanto la Commissione, oggi, deve sciogliere il nodo: Commissione
tecnica o politica?
Il consigliere Della Pina dichiara di propendere per la Commissione
composta esclusivamente da tecnici, dato anche il momento politico
in cui siamo; tale soluzione è approvata dal consigliere Nari.
Il Presidente , i consiglieri Ianni e Mariotti hanno delle perplessità,
tenuto conto che per tutti i Concorsi degli Enti Locali le Commissioni
sono normalmente miste; tuttavia, comprendendo le ragioni che motivano
le indicazioni dell'ISAMEPS, volte a garantire il massimo di rigore
tecnico come presupposto della scelta, convengono, dato anche l'approssimarsi
dell'Estate e quindi urgendo la necessità di iniziare il Corso,
che l'unica via da percorrere è quella proposta dall'Istituto.
Tuttavia, per dare la possibilità all'Amministrazione di esercitare
un controllo sugli atti della Commissione selezionatrice, viene deciso
ed accettato all'unanimità, di far effettuare una prova scritta
ai concorrenti, oltre alle altre prove. Vengono pertanto ribaditi
e confermati i criteri di selezione ed i punteggi per titoli da assegnare
ai candidati:
a)
IDENTIKIT E MODALITA' DELLE PROVE D'ESAME
Sia
la prova scritta che il colloquio di gruppo verteranno sulla "formulazione
di progetti, problemi teorici, informazioni sul territorio, analisi
di casi di animazione, simulazione".
Si ritiene che l'animatore socio-culturale debba possedere le seguenti
caratteristiche generali:
1. capacità di analisi dei bisogni socio-culturali concreti
(capacità di indagine e ricerca, sensibilità alle tendenze
culturali emergenti, capillare informazione e connessine col territorio);
2. capacità di comunicazione nel gruppo di lavoro e con l'utenza
(capacità espressiva, capacità di ascolto, capacità
di interazione);
3. capacità organizzativa a livello individuale, di gruppo
e collettivo (capacità di progettazione, di decisione, di attuazione
concreta e verifica);
capacità strumentali di intervento (tecniche di animazione
di gruppo, tecniche espressive, tecniche di informazione ed educazione
permanente, tecniche di sensibilizzazione culturale, tecniche ludiche).
Poichè le prove avranno lo scopo di verificare le sopraelencate
caratteristiche, le variabili che saranno valutate sono:
- conoscenze teoriche circa le principali problematiche sociali, le
tecniche e la metodologia dell'animazione;
- capacità di comunicazione (facilità e chiarezza di
espressione, capacità di ascolto e decodifica, atteggiamento
disponibile);
- capacità di decisione in gruppo (capacità di conflitto
e mediazione);
- capacità creative e progettuali (fluidità ideativa).
b)
VALUTAZIONE DEI TITOLI (punteggio fino a un massimo di punti 20 su
100)
-
Attività Integrative portate a compimento----------------------
punti 10
- Estate Ragazzi portate a compimento --------------------------punti
5
- Titolo di Laurea -----------------------------------------------punti
2
- Corso di specializzazione (superiore alla Laurea) ---------------punti
1
- Pubblicazioni effettuate ----------------------------------------punti
1
- Corsi di aggiornamento (attinenti alla materia)------------------punti
1
Al
momento delle prove scritte i candidati dovranno presentare:
a) una relazione dell'estensione massima di una cartella dattiloscritta
circa il lavoro svolto nell'inverno 1979-1980;
b) una cartella con l'esplicazione delle motivazioni relative alla
scelta di questa occupazione e degli obiettivo-programma che desiderano
perseguire.
I
colloqui potranno svolgersi anche nelle forme di colloquio di gruppo
(con gruppi formati casualmente per sorteggio e fino ad un massimo
di 12 unità) secondo tecniche valide per la Commissione selezionatrice.
A conclusione delle prove la Commissione selezionatrice dovrà
presentare all'Amministrazione una relazione sulle stesse e le valutazioni
(per titoli, prova scritta e colloquio) su ciascun candidato.
Non
avendo altro da discutere, la seduta è tolta alle ore 20.
Letto,
approvato e sottoscritto.
La
segreteria della Comm.ne
(Carambia Rosaria )
IL
PRESIDENTE
(Piero Petacco)
Massa,
22 aprile 1980
Allegato
n.2
Temi
e criteri per l'esame scritto di ammissione al Corso di Specializzazione
per Animatori
A-
AVVERTENZE
1.
Il candidato deve svolgere uno solo dei quattro temi proposti.
Tempo disponibile: ore 14.30 - 18.00.
2. In brutta copia deve essere esposto almeno lo "schema
organico analitico" dell'elaborato.
3. Pur tenendo conto della diversità di scrittura, si invita
a non superare, in bella copia, le dodici facciate.
4. Si raccomanda:
- chiarezza grafica e concettuale
- proprietà lessicale e sintattica
- aderenza al tema scelto: sobrietà e pertinenza di discorso.
5. Saranno apprezzati riferimenti bibliografici e contributi di esperienza.
6. Fiducia in se stessi, serenità e ottimismo!
B-
ENUNCIATI TEMATICI
1.
Descritta sobriamente la realtà socioculturale di Massa
(mentalità, tradizioni, tessuto interpersonale, associazionismo,
movimenti, stile politico-amministrativo, istituzioni scolastiche
e culturali...) e individuati con precisione ed ordine di priorità
"alcuni" bisogni fondamentali da soddisfare, ricordare
ad essi, con "realismo programmatorio" a medio termine (uno-tre
anni) le risorse disponibili sul territorio massese (persone
- esperti professionali e/o volontari - metodi - tecniche - strutture
- centri di potere...
Prevedere possibili contributi dall'esterno.
Accennare eventualmente a preventivi di spesa, ed indicare, se si
conoscono, i capitoli relativi al bilancio comunale, provinciale e
regionale.
2. L'animazione socioculturale tra sviluppo delle persone, sviluppo
dei gruppi e sviluppo delle comunità. Focalizzare, ai tre diversi
livelli, l'essere, il sapere essere ed il saper fare.
3. Correlazione ed interdipendenza, a livello di territorio massese
dei servizi di animazione socioculturale, dei servizi educativi e
dei servizi sociosanitari. Problemi di rapporti istituzionali, di
metodo di intervento, di organizzazione amministrativa delle competenze
e delle risorse.
4. Tempo libero, tempo di lavoro e socializzazione giovanile.
Precisate le problematiche fondamentali del tempo libero ed individuate
alcune linee di politica educativa, ideare un progetto di animazione
in uno dei seguenti "ambiti": fisicità, socialità,
espressività, creatività, religiosità...
C-
CRITERI DI VALUTAZIONE DELLA PROVA SCRITTA
1.
Capacità di ANALISI
1.1 Analisi di campo (c. scuola.....istituzioni....)
1.2 Analisi delle risposte
1.3 Analisi socio-politica dei comportamenti degli operatori e degli
amministratori
2.
Capacità CRITICA (di valutazione, di scelte)
2.1 Bisogni
2.2 Motivazioni
2.3 Aspettative
2.4 Comportamento
sia a livello individuale che di gruppi
3.
Capacità di COMUNICAZIONE
3.1 Chiarezza grafica e concettuale
3.2 Proprietà lessicale e sintattica
3.3 Aderenza al tema: sobrietà e pertinenza di discorso
4.
Capacità CREATIVO-PROGETTUALE
4.1 Obiettivi, metodi e tecniche
4.2 Originalità del progetto
4.3 Capacità di decisione
D-
RELAZIONE SULLA PROVA SCRITTA E SUI CRITERI DI VALUTAZIONE
1.
Le scelte effettuate dai candidati hanno rilevato questo andamento:
- tema n.1: 14 candidati
- tema n.2: 3 candidati
- tema n.3: 4 candidati
- tema n.4: 27 candidati
- un candidato non ha scelto il tema ma ha elaborato un "preambolo"
metodologico
- un candidato, pur avendo scelto il tema n.2, lo ha sostituito con
una "composizione poetica" sintonizzata sul tema.
2. La correzione del tema è stata condotta sulla base
dei quattro criteri indicati nella lettera C ed è avvenuta
in tre tempi:
a) correzione di Pier Giulio Branca in termini prevalentemente statistici;
b) correzione di Aldo Ellena in termini più didattici;
c) unificazione dei due giudizi in un giudizio globale che tenesse
conto della relatività dei vari risultati. Per ogni elaborato
è stata redatta, il 29 maggio, una scheda (*) sottoscritta,
anche a nome Pier Giulio Branca, da Aldo Ellena.
3. Pochi sono gli elaboratori che sono risultati gratificanti per
i due lettori. In genere si può osservare:
a) tono poco realistico e spesso pessimistico;
b) si è spesso proceduto per elenchi di risorse e di bisogni,
senza curarne un'analisi organica e graduata;
c) i problemi sono stati affrontati in termini troppo generici: quando
si è voluto rispondere a più problemi, questo genericismo
si è consolidato;
d) pressapochismo e mancanza di precisione;
e) il mondo risulta quasi sempre diviso in due: i cattivi (gli Amministratori!)
ed i buoni (gli Animatori!);
f) la maggior parte dei candidati non ha rispettato l'enunciato articolato
del tema: il momento progettuale , quando era richiesto, è
stato quasi sempre diluito in "buoni consigli" di metodo.
(*)
Scheda personale di valutazione
Candidato
n.
Tema scelto n.
criteri
|
contenuti
relativi
|
giudizio
|
punteggio
in /40
|
1. Capacità
di analisi
2. Capacità
critica
3. Capacità
di valutazione
4. Capacità
creativo-progettuale
|
|
|
|
4.
Il punteggio, espresso in "quarantesimi", va così
interpretato:
a) 12/40 - 15/40: del tutto insufficiente: ---------- 6 candidati
b) 16/40 - 19/40: scarso: ------------------------14 candidati
c) 20/40 - 23/40: quasi sufficiente----------------15 candidati (da
valutare in positivo)
d) 24/40 - 27/40: sufficiente----------------------7 candidati
e) 28/40 - 31/40: discreto------------------------4 candidati
f) 32/40 - 35/40: buono -------------------------2 candidati
g) 36/40 - 39/40: lodevole-----------------------.................
h) 40/40 : ottimo---------------------------------................
i) due candidati (il "preambolo" e il "poeta")
non sono stati valutati.
Allegato
n.3
Relazione
finale sui colloqui di gruppo - Commissione "Isameps"
1.
I candidati hanno partecipato a colloqui di gruppo della durata di
circa 3 ore.
2. I temi-stimolo sottoposti ai gruppi sono stati tre per ogni giornata:
giorno 5 giugno
tema A - simulazione di un gruppo incaricato di progettare
iniziative socioculturali finalizzate al miglioramento della qualità
della vita a Massa
tema B - simulazione di un incontro fra utenti ed animatori di un
ipotetico centro sociale di quartiere di Massa
tema C - autovalutazione dei candidati circa la prestazione offerta
nel discorso del colloquio
giorno 11 giugno
tema A - simulazione di un gruppo incaricato dall'Assessore sistemi
e metodi per la valutazione dell'efficacia di un intervento di animazione
socioculturale
tema B- simulazione di un gruppo incaricato di progettare una "Estate-Massa"
per utenti della terza età
tema C- autovalutazione dei candidati circa la prestazione offerta
nel corso del colloquio
3. La valutazione dei candidati è stata effettuata in due tempi:
al temine di ogni colloquio in via approssimativa, ed al termine dei
colloqui in via definitiva e comparativamente.
4. La Commissione ha trascurato la valutazione dei contenuti espressi,
soffermandosi invece su:
- i processi interattivi
- i metodi di lavoro
- gli stili espressivi e relazionali
- la congruenza interna e esterna dei vari contributi
5. Per ciascun candidato sono state valutate in decimi le seguenti
capacità, in quanto espresse nel colloquio:
- capacità di operare concettualmente sui problemi e sui metodi
dell'animazione
- abilità espressive e relazionali (saper esprimersi, ascoltare
e decodificare)
- capacità progettuale (creatività, originalità,
organizzazione concettuale ed espositiva)
6. I candidati sono stati suddivisi in tre fasce:
fascia a: con punteggio da 40 a 30 (da ottimo a buono)
fascia b: con punteggio da 30 a 20 (da discreto a sufficiente)
fascia c: con punteggio da 20 a 0 (da sufficiente a scarso)
7. Secondo tali criteri, in base alla prova orale i candidati si suddividono
così:
n. 16 nella fascia a
n. 24 nella fascia b
n. 10 nella fascia c
La Commissione:
Guido Contessa
Arduino Berra
Wilma Santamaria
Massa, 12 giugno 1980
Allegato n. 4
Relazione conclusiva di selezione operatori socioculturali
Comune di Massa - "Isameps"
La Commissione valutatrice, al termine del suo lavoro,
ha addizionato per ciascun candidato i punteggi derivanti dai titoli
e quelli ottenuti nella prova scritta e nel colloquio.
Ne risulta così la seguente graduatoria:
- 18 candidati compresi fra 88 e 68 (ottimo-buono)
- 9 candidati compresi fra 66 e 62 (discreto)
- 14 candidati compresi fra 61 e 51 (sufficiente)
- 9 candidati compresi fra 47 e 0 (scarso)
La fascia compresa fra 61 e 51 è da considerare in possesso
di capacità appena sufficienti nell'insieme di quelle indicate
dall'Assessorato Istruzione.
La Commissione:
Piergiulio Branca
Arduino Berra
Guido Contessa
Aldo Ellena
Wilma Santamaria
Massa, 12 giugno 1980
*Estratto
da QUADERNI DI ANIMAZIONE SOCIALE 3 - ANIMARE IN CITTA' - ISAMPES,
Milano, 1982, pag. 135-141
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